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Cristianesimo? Perché nella civiltà di oggi diventa un "ostacolo"

Vaticano San Pietro

Gianluca Mazzini
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La morte di Papa Ratzinger ha riportato in primo piano la crisi della Chiesa. Dibattito che parte da alcuni libri: da quello postumo dello stesso Ratzinger “Che cos’è il Cristianesimo” (Mondadori) a quello del suo segretario padre Georg scritto con Saverio Gaeta: “Nient’altro che la verità, la mia vita al fianco di Benedetto XVI” (Piemme). In questo contesto spicca per originalità il libro di Diego Fusaro: “La fine del Cristianesimo” (edizioni Piemme). Punto di partenza la desacralizzazione e la scristianizzazione che accompagnano l’attuale destino dell’uomo in Occidente. Spiega l’autore: «La civiltà tecnico -scientifica e del turbo -capitalismo non solo non ha più bisogno del Cristianesimo ma deve liquidarlo. Si tratta di una necessità assoluta perché il richiamo al sacro e alla trascendenza contrasta col nichilismo intrinseco al liberal-capitalismo. In una società che ha posto a valore la deregulation non c’è posto per Dio, per il Padre, per la Legge. Il Cristianesimo quindi da non essenziale diventa un ostacolo. La pretesa di proporre l’uomo come immagine divina e l’idea di proporre una Verità non utilitaristica dimostra che la religione cristiana diventa una “potenza frenante”».

Per Fusaro questo processo di desacralizzazione si manifesta a livello preoccupante del pontificato di Francesco e nel suo tentativo di scendere a patti con la civiltà dei consumi, assimilandone il lessico e la visione del mondo anche in salsa progressista. Processo che ricorda quello di Gorbaciov al tempo della Perestrojka. L’ultimo leader sovietico che per “ammodernare” il comunismo produsse il suo scioglimento nel capitalismo. «Citando Pasolini: l’opposizione al nuovo potere non può che essere un’opposizione anche di carattere religioso», aggiunge Fusaro, «siamo ad un bivio: sostenere il sacro e il trascendente oppure evaporare nel mondo neoliberale. Tendenze divergenti incarnate dagli ultimi due Papi; con Ratzinger sulla prima posizione e Bergoglio sulla seconda. L’ateismo liquido dell’attuale pontificato sta sprofondando la Chiesa nell’abisso della civiltà dei consumi. Non so se Bergoglio creda nell’Inferno ma per lui è il luogo dove inserire tutti coloro che non aderiscono ai principi neoliberali come i cosiddetti sovranisti.

Paradigmatico il caso delle chiese bruciate in Francia: attentati per cui nessuno si scandalizza e che valgono come simbolo della decadenza della Chiesa bergogliana. Mentre viene condannato chiunque osi criticare minoranze religiose accusandolo di discriminazione si può tranquillamente diffamare il cristianesimo. In questo caso è libertà di espressione». Il libro è un atto di accusa filosofico contro quella fede liquida e low cost promossa da Francesco. Un capitolo è dedicato all’islam, altro luogo di inimicizia nei confronti della civiltà tecno-capitalista. Questo perché nel mondo musulmano non è pensabile offendere Dio senza suscitare reazioni anche violente. Per Fusaro, contro lo spirito del tempo presente è irrinunciabile un’alleanza tra la Chiesa resistente al modernismo nichilista (come quella ortodossa) e le forze laiche anticapitalistiche che non intendono soggiacere al consumismo imperante. 

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