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Vigile del fuoco si impicca in caserma

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Il figlio si era ucciso a giugno

francesca Belotti
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Un vigile del fuoco di Imperia si è impiccato in caserma. La vittima, Ivan Gismondi, è il padre di Nadir, il giovane di 22 anni che si era ucciso il 28 giugno 2009 dopo che gli era stata ritirata la patente per guida in stato d'ebbrezza. Nadir si era sparato alla testa con una pistola. Il corpo di Gismondi è stato trovato da un collega, che ha anche lanciato l'allarme. Non si conoscono ancora i motivi che hanno spinto Gismondi ad impiccarsi. L'unica cosa certa è che l'uomo era ancora molto provato per il suicidio del figlio: proprio nella caserma dei Vigili del Fuoco di Imperia era stata dedicata un'aula a Nadir. Fermato ad un posto di blocco dei carabinieri, il ragazzo venne trovato con un tasso alcolemico nel sangue di 0,7 (il limite è 0,5). Studente modello, venne fermato alle 5.30 in piazza Calvi, vicino alla sua abitazione. Una volta tornato a casa, il ragazzo, che un paio di settimane prima aveva avuto un incidente di moto, si è chiuso nella sua camera e si è sparato con una pistola Glock calibro 9, da lui regolarmente detenuta per il tiro sportivo.

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