Lo scontrino della Di Liddo fa esplodere lo scandalo: "Al limite del legale"

di Roberto Tortoralunedì 11 agosto 2025
Lo scontrino della Di Liddo fa esplodere lo scandalo: "Al limite del legale"

2' di lettura

Al rincaro dei prezzi siamo ormai desolatamente abituati. Alla speculazione, nel campo della ristorazione, su cibi base venduti come pietre preziose anche. Meno frequente e, al contrario, decisamente scioccante è scoprire di dover pagare di più… per mangiare di meno! E non una nuova dieta di qualche nutrizionista strampalato, non è una terapia corpo e mente… bensì la follia di un ristoratore di Bisceglie, città di cinquantamila abitanti nella provincia di Barletta-Andria-Trani. 

La nuotatrice Elena Di Liddo, delfinista e anche discreta dorsista con 1 argento agli europei e 3 in vasca corta oltre ai due bronzi mondiali sempre in vasca corta, ha “viralizzato” un suo sfogo sui social dopo aver mangiato in una pizzeria del centro storico della sua città. Dopo aver cenato, all’atto di presentazione dello scontrino si è vista sovrapprezzata la sua richiesta di togliere un ingrediente dalla sua pizza (dei pomodorini). Alla voce “-pomodorini” infatti si è vista applicare una “tassa” di 1 euro e 50 centesimi. La primatista italiana dei 100 farfalla, incredula di quanto accaduto, si è sfogata su Instagram: “Da Napoli in su se prendi un caffè al bar e ti fanno pagare il bicchiere d’acqua, il meridionale rimane un attimo scosso da un gesto che per noi è quasi scontato, e stiamo parlando di acqua. Pagare 1,50 euro per una cosa che non ho neanche mangiato è veramente triste e a tratti vergognoso. Al limite del legale?”.

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La sua stories ha rimarcato l’evento increscioso e, in poche ore, ha fatto discutere il web. Oltre ai pomodorini, poi, la Di Liddo ha dovuto pagare di più anche la sua intolleranza al lattosio, prontamente segnata sullo scontrino della vergogna. Purtroppo non è un caso isolato, anzi negli ultimi anni di “tasse” strane nei ristoranti se ne sono viste parecchie, dal taglio di un toast a metà al supplemento per un cucchiaino in più di gelato, fino allo scandalo di Bari, dove il cliente di una pizzeria si è ritrovato 50 centesimi in più per una spolverata di pepe sulla sua pizza. Se nessuna istituzione interviene, però, questi ristoratori furbacchioni non la smetteranno di rifarsi sui clienti, che non hanno più, come si diceva una volta, “sempre ragione”.

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