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Wanna Marchi, minacce e insulti: "Barbone di mer***, ti porto in tribunale

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"Oggi non venderei più sale e amuleti". Stefania Nobile, che da poco ha visto realizzare la serie tv sulla loro storia, vuole dire la sua. Nota per le truffe tramite televendite, Stefania dà la loro versione dei fatti: la sua e quella della madre Wanna Marchi. Alle due i quattro appuntamenti su Netflix sono piaciuti, anche se non mancano alcuni rimproveri: "In certi momenti mi sono sentita quasi male, soprattutto per le testimonianze fasulle. A un certo punto - spiega la Marchi al Fatto Quotidiano - l'avvocato della parte civile sostiene che il mio legale mi ha invitato a piangere davanti al giudice; barbone di me**a! Lo porto in tribunale". 

 

 

Ma sono altri gli aspetti della serie tv che a mamma e figlia non vanno giù. Tra questi "la gente che parla incappucciata". Alcuni testimoni hanno preferito rimanere anonimi. Una scelta criticata da Stefania che accusa: "Non siamo mica in un film di camorra; mica c'è qualcuno che minaccia o spara". E sempre Stefania imputa a Striscia la Notizia tutte le colpe. A suoi dire il tg satirico di Canale 5 aveva denunciato la vicenda, "spinto dal marchese (il marchese Attilio Capra De Carrè). L'obiettivo principale era colpire noi per poi sconfiggere le tv commerciali". 

 

 

Eppure dalle truffe televisive Wanna e Stefania si sono arricchite: tante le proprietà di cui disponevano, così come cospicua la somma di denaro che ogni mese portavano a casa. Poi però è arrivata la galera. Un periodo che entrambe definiscono terrificante e dopo il quale amici, e non, hanno loro voltato le spalle. "Non è giusto pagare per sempre: sopra la nostra testa c'è un 'fine pena mai'", si sfogano per poi giustificarsi: "Come li definite quelli che acquistano i biglietti delle lotterie istantanee? - chiede Stefania alquanto irritata -. Rispondo io: cog***ni. Ed è un continuo non solo sulle lotterie, pure nelle bollette. Co***ni e basta". Un aggettivo che nella serie è rivolto anche ai loro "clienti", tanto che Wanna non si fa problemi a dire che "i cog*** vanno inc***".

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA STRISCIA LA NOTIZIA

 

Gentile redazione,

una precisazione all’articolo dal titolo Wanna Marchi, minacce e insulti: "Barbone di mer***, ti porto in tribunale che riprende il pezzo del Fatto Quotidiano del 22 settembre nel quale si parla dell’inchiesta di Striscia la notizia che svelò e infine fermò la vendita di amuleti e numeri vincenti organizzata da Wanna Marchi e Stefania Nobile.

Nel pezzo si scrive che secondo Stefania Nobile «il tg satirico di Canale 5 aveva denunciato la vicenda “spinto dal marchese (il marchese Attilio Capra De Carrè)”». Tutto falso. A “spingere” i servizi di Striscia la notizia fu la signora Fosca Marcon, che era stata chiamata dal mago Do Nascimento perché Wanna Marchi e Stefania Nobile avevano il suo numero di telefono. Anni prima, la signora Marcon aveva acquistato prodotti cosmetici dalla televenditrice e non aveva alcuna intenzione di comperare numeri fortunati o altri amuleti. Fu lei a contattare Striscia e quindi a dare il via – con l’aiuto del tg satirico di Antonio Ricci – alla valanga che ha travolto Wanna Marchi e sua figlia. In seguito al primo servizio, infatti, arrivarono in redazione moltissime segnalazioni da parte di telefonisti pentiti e collaboratori licenziati, che furono poi intervistati da Striscia e misero così a nudo il sistema-Marchi.

Striscia la notizia non ha mai avuto nulla che fare e mai conosciuto il marchese citato - a sproposito - da Stefania Nobile.

L’ufficio stampa di Striscia la notizia

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