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Tagadà, Roncone sbrocca: "Banditi, criminali, canaglie. E il governo che fa?"

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L'approvazione della prima manovra del governo Meloni, che ha messo sul piatto risorse per un totale di quasi 35 miliardi, ha acceso molti dibattiti nei salotti televisivi. Tra i tanti provvedimenti affrontati nella nuova finanziaria, a tenere alta l'attenzione, oltre alla riforma del reddito di cittadinanza, anche il rialzo del tetto al contante, fissato a 5.000 euro. Su La7, nel corso della puntata pomeridiana di Tagadà, l'argomento ha scatenato discorsi piuttosto concitati. Protagonista Fabrizio Roncone, giornalista del Corriere della Sera, che si scaglia, furioso, contro gli evasori fiscali in Italia. 

 

"Io non sono molto sofisticato in questo ragionamento, un po' per competenze perché non mi occupo di queste cose e un po' perché sono un cittadino che paga la tasse da quando ho 19 anni", esordisce Roncone, con un piglio provocatorio che, subito dopo, trova tutta la sua espressione. "Io sono semplicemente furibondo con tutti quei banditi, italiani, criminali che non pagano le tasse. A cominciare da quell'idraulico che ti arriva a casa e che non si fa pagare, e se vuoi la ricevuta ti raddoppia la parcella, a finire al ristorante che non ti rilascia la ricevuta", spiega il giornalista. "Io continuo ad essere furibondo e indignato, e aspetto un governo che finalmente costringa queste canaglie a pagare le tasse come tutti e possibilmente riconoscendo a noi che le paghiamo il merito di tenere in piedi, per esempio, il servizio sanitario nazionale, perché poi queste canaglie quando stanno male vanno in ospedale e vanno a farsi curare gratis". Insomma, che fosse furibondo si è capito subito, ma a questo livello non ce lo si aspettava. 

 

 

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