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Molestie sessuali, in Rai arriva un nuovo regolamento: vietate allusioni sessuali e fischi alle colleghe

Giovanni Ruggiero
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Dopo la tempesta scatenata dalle denunce per molestie di Harvey Weinstein, anche in Rai arriva un nuovo giro di vite per mettere a freno i comportamenti inopportuni e offensivi con un nuovo regolamento sulle "Norme di comportamento relative alle molestie nei luoghi di lavoro". In appena tre paginette, riporta il Messaggero, vengono messe al bando fischi, ammiccamenti, battute e buffetti tra colleghi del Servizio pubblico. Nel testo diffuso tra i dipendenti di viale Mazzini vengono censurati comportamenti espressi in forma fisica, verbale o non verbale che "abbia lo scopo o comunque l'effetto di violare la dignità e la libertà della persona che lo subisce e creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo". Fatto salvo naturalmente che il comportamento "a connotazione sessuale" sia indesiderato. Per approfondire leggi anche: Costanzo, la bomba su viale Mazzini: "Cosa ho visto in quei corridoi" Le segnalazioni potranno arrivara anche da colleghi terzi che hanno assistito alla scena di molestia. Starà a loro quindi capire al volo se ci sia stata reciprocità o meno, per poi segnalare il fattaccio al proprio superiore, "scalando gerarchicamente ove il primo sia coinvolto", fino alla Commissione stabile per il codice etico. Tra i casi più gravi sono considerati quelli esercitati per fare pressioni in caso di assunzioni o scatti di carriera, senza tralasciare quelle molestie che creano un ambiente di lavoro intimidatorio. Un elemento per distinguere la molestia è l'elemento di ricatto o di minaccia: se anche un "singolo atto isolato, non ripetuto" viene definito dalla vittima come non gradito. In Rai hanno pensato davvero a tutto, compreso un elenco dettagliato dei casi di molestie. Nella categoria rientrano allusioni sessuali, epiteti sessuali o razziali, insulti o commenti denigratori, scherni volgari, minacce, proposte o suoni volgari o d'insulto. Vietatissimi anche i fischi di apprezzamento per una collega particolarmente avvenente, perché nel suono sarebbe evidente l'intenzione di offendere.

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