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Non è l'arena, minaccia-choc a Giletti: "Ti sta guardando. Un colpo in fronte..."

Claudio Brigliadori
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Minacce, fuorionda, vecchiette vittime degli sciacalli, l'ombra della camorra e dei «teppistelli comunisti». Il format dei #ladridicasa (copyright Mario Giordano) sbarca su La7 e nelle mani di Giletti a Non è l'arena diventa epopea da frontiera americana. Ma siamo a Napoli ed è, purtroppo, solo quotidiano degrado italiano. La storia, di per sé, è quasi banale: la signora Carlotta, 90 anni, finisce in ospedale. Nel frattempo, nel palazzo popolare in cui abita da regolare assegnataria pensano bene di fregarle nottetempo l'appartamento, buttando al macero tutto quello che c'era dentro.

 

 

 

Occupazioni selvagge che si ripetono, identiche, da Nord a Sud. Quell'edificio sarebbe in mano ai boss che gestiscono il racket degli affitti. A denunciarlo il deputato Francesco Emilio Borrelli, collegato con Giletti in strada insieme a decine di abitanti del quartiere, non del tutto pacifici. Durante un fuorionda una signora lo minaccia di morte: «Ti sparo in faccia». «Io ti posso denunciare - aggiunge un'altra donna -, perché mio marito ha fatto solo scippi di Rolex». Apperò. A quel punto, la frase inquietante: «Mio marito in questo momento ti sta guardando, lui non ha paura di nessuno. Meglio in carcere che morto. A te un colpo in fronte...».

 

 

 

Dibattito vivace, per così, dire, anche in studio. «Signora, mi perdoni perché altrimenti io divento pazzo - interviene Gianluigi Paragone, leader di Italexit -. Cosa vuol dire affermare "mio marito la sta guardando"? Vuol dire che con quel telefono manda dei messaggi, manda dei segnali...». Granato, portavoce nazionale di Potere al popolo, pizzica Paragone: «Chiedi ai tuoi amichetti di Casapound, che qui a Roma hanno occupato uno stabile da 20 anni e non vengono sgomberati». Replica pacata: «Voi centri sociali comunistelli avete rotto». 

 

 

 

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