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Travaglio e Severgnini, maxi-rissa russa dalla Gruber

di Claudio Brigliadoridomenica 26 ottobre 2025
Travaglio e Severgnini,  maxi-rissa russa dalla Gruber

2' di lettura

Putin, Zelensky, Biden, Trump, Ursula e... Topolino. La guerra in Ucraina continua a dividere non solo i politici e le segreterie, ma pure intellettuali e opinionisti. Un bianco e nero di cui Otto e mezzo su La7 è specchio fedele. Lilli Gruber ospita Beppe Severgnini e Marco Travaglio: il giornalista del Corriere della Sera è uno degli “euro-lirici”, occidentalista convinto. Il direttore del Fatto quotidiano ha uno sguardo invece decisamente più cinico su tutta la faccenda, tanto da flirtare pericolosamente con l’ala più “putiniana” della nostra opinione pubblica, secondo molti.

"Dobbiamo essere preoccupati almeno quanto lo è Zelensky, che infatti rendendosi conto dello stato in cui versa il suo Paese sta implorando l’Occidente affinché fermi Putin - premette Travaglio -. Il problema è che Putin non è Netanyahu, non è un alleato o un vassallo di Trump a cui dare gli ordini. Putin è il capo di una grande potenza, dello Stato e dell'arsenale nucleare più grandi del mondo. Non lo fermi facendo la faccia feroce o mandando qualche Patriot o qualche Tomahawk all’Ucraina, ammesso che glieli mandino. L’unico che può fermare Putin è Zelensky, facendogli un’offerta che non può rifiutare. Chi parla tutti i giorni di tregua, e sta perdendo, è evidente che è disperato».

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Quindi Travaglio si rivolge direttamente a Severgnini, che lo ascolta con l’indice sotto al mento, contestandolo: «Non è vero niente che l’Europa ha aiutato l’Ucraina, se l’avessimo aiutata a negoziare a Istanbul quando Putin non chiedeva un centimetro di terra ma semplicemente il rispetto degli accordi di Minsk, cioè l’autonomia del Donbass, la rinuncia alla Nato e la parziale demilitarizzazione, noi avremmo salvato l’Ucraina integra invece l’abbiamo condannata a morte. Qualcuno ne dovrà pagare le conseguenze», attacca ancora Travaglio, mentre Severgnini scuote il capo e ribatte: «Io credo che l’Europa abbia fatto il possibile, invece. Tu Marco e tantissimi continuate a dimenticare che gli ucraini all'inizio si sono difesi da soli se no questo qua prendeva Kiev e andava oltre».

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«Da soli? - sbotta Travaglio - Da soli? Ma lo sai che l’esercito gliel’ha messo in piedi la Nato dal 2014? Ma cosa dici?». Ma Severgnini non molla: «Putin ha 3 milioni e mezzo di persone sotto le armi, compresi i riservisti a cui dovrà dare un lavoro. Ha perso un milione e 100mila soldati... Io penso che Putin stia pensando a come resistere in un Paese in pace, visto che ormai la Russia è una economia di guerra».

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