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Serie A, da Berardi a Zapata quanti infortuni: turnover essenziale

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Claudio Savelli
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Fino a qualche anno fa, la tenuta atletica era considerata una qualità secondaria in un calciatore. I club non avevano problemi a pagare più stipendi, gli allenatori contavano su rose più larghe e avevano diverse alternative per un giocatore infortunato. Non è più così: il calcio (Premier League a parte) ha inaugurato l'epoca del risparmio sugli ingaggi, che corrisponde a meno stipendi a libro paga oltre che a stipendi più bassi. E quindi ad un numero minore di calciatori in rosa. Parallelamente, però, le partite sono in aumento per ricavare più soldi dalle televisioni e dai biglietti. Meno giocatori, più gare e un livello competitivo sempre più alto: l'equazione non torna, a meno che i calciatori siano sempre più atleti. Rigorosi, professionali e performanti. Nessun club italiano, quindi, può permettersi un alto numero di giocatori fragili in rosa. Per un Dybala o un Pogba, per citarne due, servono altri che garantiscono almeno 40 partite all'anno.

 

 

 

Motivo per cui c'è sempre più attenzione nell'ingaggiare giocatori reduci da infortuni gravi sia ai legamenti, come i vari Milik e Zaniolo, sia a livello muscolare, come ad esempio Gosens. Perché incide sempre di più anche il tempo per il pieno recupero del livello agonistico: il neo attaccante juventino è arrivato a prezzo di saldo (1 più 8 milioni) dal Marsiglia anche per questo, il romanista ha impiegato una stagione per tornare a brillare come nelle prime gare di quest' anno (prima della sfortunata lussazione alla spalla) e l'interista fatica a tornare ai livelli di Bergamo. La larga platea di assenti in serie A ricorda quanto sia necessario il tanto bistrattato turnover per gli allenatori, e di conseguenza avere rose equilibrate in termini di qualità tra titolari e riserve.

 

 


Gli indisponibili al momento sono 58, di cui venti fermi dallo scorso campionato: il degente più datato è Chiesa, la cui rottura del legamento crociato risale al 10 gennaio 2022. Quest' anno, però, gli infortuni sono per lo più muscolari: 22 sui 38 finiti ai box in queste prime giornate si sono fermati per lesioni, affaticamenti o stiramenti vari. Quindi per un sovraccarico dettato dall'esigenza nel rendersi performanti prima delle abitudini, se è vero che il campionato è cominciato prima di ferragosto.
Il primo infortunio muscolare dell'annata è capitato a Miranchuk (bicipite femorale), gli ultimi due nella stessa partita_ Ricci, che si è addirittura fermato nel riscaldamento di Atalanta-Torino, quando il ritmo è lento (ecco perché si parla di sovraccarico) e Zapata nello match. Altra novità: ci si fa male lontano dalla competizione. Vedi Lukaku, la cui distrazione dei flessori della coscia è arrivata durante un allenamento (fuori per un mese tondo), ma anche Krunic o Bonucci. Berardi e Florenzi si sono stirati in partita, il secondo ha spinto il Milan ad ingaggiare Dest dal Barcellona nell'ultimo giorno di mercato. Pure Baldanzi, gioiello 19enne dell'Empoli, si è dovuto fermare subito dopo aver mostrato un notevole talento. Ci vuole un fisico bestiale per stare in questo calcio. E un occhio di riguardo da parte dei club per i giocatori che si dedicano al corpo come se fosse un tempio. 

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