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Jannik Sinner? "Quella imbarazzante somiglianza con Rocco Siffredi": occhio...

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Il fenomeno Jannik Sinner come Rocco Siffredi, un "trionfo di italica mascolinità". Le performance del tennista altoatesino alle Atp Finals di Torino mandano in estesi Davide Burchiellaro, che su Linkiesta.it verga un commento entusiasta, ardito, divertente. 

Si parte da un aneddoto non noto a tutti, la risposta del divo a luci rosse a Stefania Nobile, che aveva chiesto di girare un film per adulti con lui ("Lo farò a due condizioni. Solo scene an***l e il ricavato alle vittime truffate da Wanna Marchi"). Anche per questa sua sfrontatezza, Siffredi è rimasta un'icona mediatica e sociologica troppo, però, legata al vecchio Millennio. Serviva un erede, e secondo Linkiesta potremmo averlo trovato: con una racchetta in mano. 

 

D'altronde, era stato lo stesso Sigmund Freund, nei suoi taccuini segreti, ad accoppiare tennis e sesso, considerando il primo come sublimazione dell'accoppiamento. "La grande libido del tennis finirà col togliere alla pulsione sessuale il potere che esercita sulla psiche umana, per trasferirlo su qualcosa che ha radici ben più profonde", scriveva il padre della psicanalisi. 

Non a caso, sottolinea Burchiellaro, quel campione playboy di Alberto Tomba è stato il primo ad avvertire Jannik del rischio per la sua carriera in rampa di lancio rappresentato dalle ragazze. Sinner e Siffredi sono accomunati da un'etica lavorativa con pochi eguali, che segue il motto "serietà e sacrificio".

 

Non solo, la versione giovanile di Rocco "vanta una somiglianza imbarazzante con il tennista. Insomma - chiosa il giornalista - l'immaginario erotico rinasce (pur annaspando), grazie a questo atleta che sembra avere generato l'effetto di un Viagra agli over 50 e a tutti quelli che si son trovati improvvisamente a gestire un'andropausa aggravata da Netflix".

Senza contare, aggiungiamo noi, il lutto per il ritiro di Roger Federer, fonte di godimento estremo per tutti i malati di tennis, e la consapevolezza che si sta avvicinando la fine di altri due miti moderni come Rafa Nadal e Nole Djokovic, guarda caso sconfitto per la prima volta in carriera del baby prodigio azzurro un paio di sere fa. Unico rischio: "L'ansia da prestazione" per la semifinale che incombe. Anche Siffredi, ogni tanto, ci è caduto. Pochissime volte, però. 

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