Carlos Alcaraz, inizia l'attacco totale a Jannik Sinner

di Carlo Galatigiovedì 7 agosto 2025
Carlos Alcaraz, inizia l'attacco totale a Jannik Sinner

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Il ricordo di Wimbledon è ancora vivo, ma il tennis non aspetta nessuno. Nemmeno Jannik Sinner, che oggi rappresenta la vetta più alta del movimento e il punto di riferimento per tutti. Il numero 1 del mondo si avvicina al cemento americano con la calma di chi sa di essere pronto, ma anche con la lucidità di chi conosce il peso delle aspettative. A Cincinnati e New York, l’altoatesino è chiamato a difendere l’intero bottino: 1000 punti in Ohio, 2000 a Flushing Meadows, a differenza di Carlos Alcaraz che invece lo scorso anno fu eliminato da Gael Monfils al primo turno nell’ultimo master 1000 della stagione americana e con un secondo turno allo Us Open, per un totale di soli 60 punti in totale. Nella settimana di Cincinnati, quindi, l’azzurro partirà con 10.830 punti (abbiamo sottratto i 1.000 della vittoria dello scorso anno), mentre lo spagnolo ne avrà 8.590.

Per iniziare la difesa del primato, Sinner ha scelto la via della calma e del lavoro: niente Masters 1000 di Toronto, qualche giorno in più per staccare, allenamenti a Monte Carlo, poi l’arrivo in America, dove lo attende una doppia sfida, sportiva e simbolica. Sinner, oggi, non deve solo confermarsi leader tecnico. Perché il tennis, ormai, si regge su due gambe: la sua e quella di Carlos Alcaraz e l’assenza di entrambi nelle settimane post-Wimbledon ha lasciato un vuoto evidente. Il Masters 1000 di Toronto è scivolato via quasi inosservato, se non per addetti ai lavori e appassionati tout court. Il forfait di Sinner e la scelta di Alcaraz di posticipare il rientro hanno mostrato quanto il tennis attuale dipenda dai suoi due protagonisti principali.

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Novak Djokovic, come da programma, ha rinunciato sia al Canada che a Cincinnati: non più in grado, come ha ammesso dopo la sconfitta con Sinner a Wimbledon, di reggere la pressione fisica più che mentale dei due battistrada.

FATICA E TENSIONE
Senza uno dei “big two”, il circuito fatica a tenere alta la tensione. Servirebbe un terzo incomodo, qualcuno capace di inserirsi nel duopolio e riaccendere l’interesse. In queste settimane, qualche segnale di risveglio c’è stato. Su tutti Alexander Zverev, semifinalista a Toronto dopo il successo sul campione in carica Popyrin. «Avevo bisogno di staccare dopo Wimbledon. Mi sono riposato, ho lavorato. È servito», ha detto il tedesco. Ha tirato il fiato, gli è servito.

Oltre a Zverev, i nomi sono i soliti: Holger Rune, talento purissimo ma fragile nella gestione. Jakub Mensik, ceco classe 2005, vincitore a Miami quest’anno, Jack Draper, esploso proprio tra Cincinnati e New York lo scorso anno, dove ha raggiunto rispettivamente quarti di finale e semifinale nel 2024, oggi atteso alla prova della continuità. Se il fisico lo assiste, è uno di quelli da tenere d’occhio. In attesa del brasiliano Joao Fonseca, uno che arriverà.

Ma manca ancora qualcuno in grado di restare stabilmente al vertice. Il tennis mondiale continua a girare intorno a Sinner e Alcaraz, oggi sono loro a dover tenere viva la scintilla.

Nei giorni precedenti all’inizio di Cincinnati, Jannik è stato visto allenarsi con Munar, sfidarsi a calcio tennis con il team e rilassarsi sul green con i coach. Il golf come valvola di sfogo, ma anche un modo per ricompattare il gruppo dopo mesi tesi. Il ritorno di Umberto Ferrara come preparatore atletico, dopo la parentesi con Panichi, è un segnale chiaro: servono stabilità e certezze.

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La presenza di Darren Cahill già in Ohio, nonostante le voci di una possibile assenza per lo US Open, conferma che la macchina è ben oliata. Nessuno guarda troppo avanti: un pensiero alla volta, nello stile di Sinner. Il primo, ora, è Cincinnati. Difendere i punti non è solo una questione di classifica, ma di conferme. Dopo aver conquistato Wimbledon, tutti vorranno batterlo, ancora una volta; è il destino dei più forti. E i ritmi forsennati del cemento americano sono il banco di prova ideale, ma Sinner sembra pronto. Con il team alle spalle e con la forza della consapevolezza.