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Pietrangeli, quando diceva: "Spero di morire nel sonno"

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lunedì 1 dicembre 2025
Pietrangeli, quando diceva: "Spero di morire nel sonno"

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"Ogni sera prima di addormentarmi mi faccio il segno della croce. Spero, come tutti, di morire nel sonno. Ma finora mi sono sempre svegliato": Nicola Pietrangeli, scomparso oggi all'età di 92 anni, lo aveva detto in un'intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera il 2 settembre 2023. Quando gli era stato chiesto se avesse paura della morte, lui aveva risposto: "A volte penso di buttarmi dal sesto piano; ma se mi faccio male? Poi penso che vorrei essere cremato; ma se mi brucio?". 

In passato, tra l'altro, aveva raccontato di aver rischiato di morire per ben due volte: "A Tunisi abitavamo alle porte della medina. Cadde una bomba, e ci trasferimmo in campagna. Ma una notte gli aerei che erano andati a bombardare Biserta si liberarono del carico proprio sopra la nostra casetta, che si afflosciò: fummo salvati dall’intercapedine che mio padre aveva fatto costruire. Un’altra volta papà e mamma, per restare soli, mi mandarono a fare una passeggiata. Mi inoltrai tra i resti di una battaglia, tra armi e munizioni. Non avevo letto la scritta: campo minato. Dio non lo so; ma l’angelo custode esiste di sicuro".

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A una domanda sui tennisti italiani, invece, aveva detto: "Musetti non è il più forte ma è quello che gioca meglio. Sinner ha tutte le qualità per vincere a lungo. Berrettini tornerà, ma ha lo stesso problema di Panatta: gambette che non reggono un busto così forte". Proprio a proposito di Panatta, aveva detto di considerarlo come "il fratello più piccolo che non avevo mai avuto. Per questo nel 1978 ho sofferto così tanto per il suo tradimento". E su quest'accusa di tradimento aveva spiegato: "Nel 1975 in Davis erano usciti al primo turno. Con me capitano vinsero nel 1976, prima e unica volta nella storia, e arrivarono in finale nel 1977. Poi ci fu il processo staliniano". E ancora: "Mi convocano al Jolly Hotel di Firenze. Un plotone d’esecuzione: il presidente federale Galgani, Belardinelli, Panatta, Bertolucci, Barazzutti, Zugarelli. Tutti zitti. 'Allora, che c’è?'. Comincia Bertolucci: Nicola, noi non proviamo più per te quello che provavamo prima... Io mi alzo, dico 'andate tutti affa***lo', e me ne vado". 

Mentre, quando gli era stato chiesto di scegliere tra Federer, Nadal e Djokovic, Pietrangeli aveva detto: "Non pronuncio mai il nome di Roger senza alzarmi in piedi. Rafa sulla terra è il più grande di sempre: ogni anno vengono festeggiati quelli che hanno vinto almeno tre volte il torneo di Montecarlo, ci siamo Borg, Nastase, io e Nadal; ma Nadal ne ha vinti undici. Novak dei tre è il più figlio di buona donna, è un lupo serbo; ma quando ha perso a Wimbledon contro Alcaraz io tifavo per lui. Alcaraz è straordinario, ma non è ancora a quel livello". 

Sulla sua vita privata, aveva smentito di avere avuto 1.400 donne, il numero che gli era stato attribuito. "Esagerati. Persino Califano si è fermato a mille... Mai tenuto contabilità: sarebbe stato orribile, e pure noioso. Ho avuto quattro grandi amori; e ogni volta è stata lei a lasciarmi". Dunque, aveva spiegato: "Mia moglie Susanna, dopo tre figli, mi abbandonò per un altro. Lorenza perché non volevo sposarla. Paola, l’ultima, perché non volevo convivere". Su Licia Colò, invece: "Mai capito perché". 

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