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Sgarbi: "In Emilia ricostruiscono, in Abruzzo stanno con le mani in mano"

Il critico d'arte: "All'Aquila stanno con le mani in mano, ad aspettare"

Andrea Tempestini
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Le dichiarazioni di Vittorio Sgarbi fanno sempre rumore: le ultime non hanno di certo segnato uno strappo rispetto alla tradizione. Il tema è il terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna: "In Abruzzo stavano fermi a pensare che lo Stato sia inetto, senza reagire", ha sbottato il critico d'arte. Se il terremoto che ha colpito l'Emilia avesse fatto tremare "il Molise, l'Abruzzo o altre Regioni del Sud Italia, allora la tragedia sarebbe doppia". Così sgarbi, interpellato dal'agenzia di stampa AdnKronos. "Ero a Ferrara, ma poi..." - L'ex sindaco di Salemi, nato a Ferrara, è riuscito ad evitare il Sisma per una coincidenza: "Sono passato a Ferrara verso le 2 - ha raccontato -, ero incerto se fermarmi o proseguire fino a Gorizia. Poi ho deciso di ripartire". Poi la scossa e la tragedia. ora l'Emilia deve fare i conti con i morti e la devastazione. "L'aspetto positivo - ha proseguito Sgarbi - è che, come nel Friuli, la ricostruzione sarà rapida, mentre nel meridione sarebbe stata una catastrofe". E questo perché "gli emiliani non staranno certo con le mani in mano, mentre in Abruzzo, all'Aquila, si vive d'inerzia, tutto è fermo come all'inizio, si aspetta solo che lo Stato faccia qualcosa e intanto ci si piange addosso". "Stanno con le mani in mano" - Stesso discorso per quel che riguarda i gravi danni subiti dal patrimonio culturale emiliano danneggiato dal sisma. La popolazione, prosegue Sgarbi, "interverrà sicuramente. Sono molto ottimista perché conosco la disponibilità psicologica emiliana, il senso civico, imprenditoriale, amministrativo. Insomma - prosegue il vulcanico critico d'arte -, non staranno fermi e sono convinto che tra un mese saranno già ripartiti. All'Aquila sono passati tre anni, ma è tutto esattamente come all'indomani del sisma. Stanno con le mani in mano, ad aspettare...".

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