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Facci: La Traviata alla Scala? Si alza il sipario su un'Italia pietosa

Filippo Facci visto da Vasinca

L'opera scelta per la prima rappresenta perfettamente il Paese: svuotato, derelitto, a fine corsa. Dentro ci sarà la Boldrini ad applaudire, fuori i suoi a fischiarla

Andrea Tempestini
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Riproporre La Traviata come prima della Scala, quest'anno, pare una scelta crudelmente azzeccata o come si dice: emblematica, al limite del masochismo. L'arte la interpreti come ti pare, ovvio: l'ineffabile sovrintendente Stephane Lissner (un milione di euro all'anno) per esempio ha definito la stagione scaligera «di proposte e non di immagine», e molto vi sarebbe da dire sulla valenza geriatrica delle proposte: ma a noi, ora, interessa l'immagine. La nostra. Come scrive Filippo Facci su Libero di mercoledì 4 dicembre, la scelta de La Traviata per la prima della Scala alza il sipario su un'Italia pietosa. La crisi va in scena. L'opera, infatti, rappresenta perfettamente il Paese: svuotato, derelitto, a fine corsa. Dentro al teatro lirico ci sarà Laura Boldrini ad applaudire, fuori i militanti della sua Sel a fischiarla. Leggi il commento di Filippo Facci su Libero di mercoledì 4 dicembre

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