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Sea Watch, Carola Rackete e l'ira del finanziere: "Lei eroina, noi delinquenti. Così non si può andare avanti"

Giulio Bucchi
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"Il mondo al contrario. Chi viola la legge diventa un'eroina e chi ha difeso la patria tra un po' passa per delinquente. Sono molto amareggiato". Uno dei finanzieri in servizio a Lampedusa commenta così la decisione del Gip di Agrigento di non convalidare l'arresto della capitana Carola Rackete, che al timone della Sea Watch nella notte tra venerdì e sabato scorso ha speronato una motovedetta durante le operazioni di sbarco. "Questo provvedimento è davvero ingiusto ma soprattutto contiene molte inesattezze - ha spiegato l'agente all'agenzia AdnKronos, protetto da anonimato -. A partire dalla definizione di nave da guerra. Lo sanno pure i bambini che l'imbarcazione della Guardia di Finanza è una nave da guerra perché issa il vessillo e ha i colori della Marina militare come nave da guerra". Leggi anche: Carola libera pure di "scorrazzare" per l'Italia. Dai giudici altro schiaffo a Salvini Il finanziere ha letto e riletto il provvedimento con il quale la gip Alessandra Vella ha rimesso in libertà la 31enne tedesca e non riesce a digerire il passaggio dell'ordinanza sulla nave da guerra. Secondo la gip con la manovra con cui Carola ha violato il divieto di attracco al porto di Lampedusa impostole dalla Guardia di Finanza non avrebbe commesso alcuna violenza nei confronti di una nave da guerra e non ha opposto resistenza ad un pubblico ufficiale. La gip ha rigettato tutte le accuse nei confronti della capitana della Sea Watch 3, non convalidando l'arresto e non disponendo nei suoi confronti alcuna misura cautelare. "In caso di guerra la GdF passa sotto l'egida della Marina militare - dice la fonte GdF - lo sanno tutti". E aggiunge: "Tutti gli equipaggi GdF sono equipaggi Cem, cioè appartengono al corpo militare marittimi". "Secondo qualcuno dovevamo essere noi a essere puniti - dice -, una assurdità. Noi abbiamo eseguito solo ordini legittimi e invece passiamo per chi commette un reato. Non ci sono più regole certe". E ancora: "Mi sembra di stare a teatro con le comparse ma non so chi è il burattinaio - dice -. Il collega ha eseguito ordini e gli è andata bene perché poteva rischiare la vita. Per il resto andiamo avanti ma non ci sono più le condizioni per lavorare bene, in serenità". "Quando mi alzo la mattina e leggo queste cose divento matto". E conclude chiedendosi: "Il popolo con chi sta? Noi non abbiamo fatto abusi. Non ci sto a passare per delinquente. Proprio no".

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