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Sigarette elettroniche come il tabacco: follie da governo Letta?

Follie da Enrichetto: vuole vietare il dispositivo elettronico nei locali pubblici. Ma in parallelo pensa a detassare le bionde tradizionali

Andrea Tempestini
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Tra tutti i pasticci normativi del governo Letta, brilla di luce propria quello su sigarette e sigarette elettroniche. Si tratta di un paio di articoli di legge inseriti nel ridicolo salva-Roma (poi ritirato) e rispuntati nel Milleproroghe (o Millemarchette, fate voi). Le norme, appunto, riguardano il tabacco e le sigarette elettroniche. Nel dettaglio, la bozza del Milleproroghe propone di ridurre il prezzo al consumo delle sigarette con un abbattimento delle accise che compensi l'aumento dell'Iva al 22 per cento. Insomma, per una volta il governo non vuole una nuova stangata sulle bionde. Il motivo? Le hanno già stangate fin troppo, e il gettito prodotto dai tabacchi è crollato: nei primi dieci mesi del 2103 è sceso di 500 milioni, e con il ritocco all'Iva il gettito potrebbe calare ancora. Così il governo scorda di essere salutista. Assurdi normativi - Peccato però che non scrodi di essere salutista (a sproposito) sulle sigarette elettroniche. L'iter legislativo, ormai, si trascina da mesi. Le bionde vaporose, infatti, dal prossimo anno potrebbero essere gravate da una roboante tassa al 58,5 per cento (la certezza ancora non c'è, come non c'è il testo definitivo del Milleproroghe). Ma non è tutto. In arrivo potrebbe esserci anche il divieto di fumare le sigarette elettroniche all'interno di locali pubblici e uffici, comprese quelle prive di nicotina. In definitiva, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, il governo starebbe per "detassare" le bionde normali e stringere su quelle elettroniche, tassandole e proibendole nei luoghi pubblici. Roba da matti. Roba da Letta, insomma, e degna del governo dei pasticci.

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