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Pensioni, Claudio Durigon a Mario Draghi: "Fornero legge punitiva, chiaro che la Lega non può starci"

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Il sottosegretario all'Economia leghista Claudio Durigon parla del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Il sottosegretario ha fatto anche il quadro del sistema pensionistico italiano. "Al sistema pensionistico serve un anno bianco, un anno di tregua per disegnare il welfare del futuro una volta capito cosa succederà all'economia dopo il Covid" ha detto Durigon. "La verità è che le pensioni non sono un tema che ha a che vedere con il Pnrr" ha commentato. "Però sono una questione fondamentale in vista della legge di bilancio", ha spiegato in un'intervista a Il Giornale.

"I tavoli con gli altri ministeri devono ancora partire, ma è importante partire da alcune certezze. Il prossimo va considerato un anno di tregua, un anno “bianco” di transizione che servirà ad ammortizzare la fine del divieto di licenziamento e a capire quale sarà l’impatto del Recovery plan, solo dopo si potrà progettare l’assetto futuro delle pensioni" ha affermato il sottosegretario. I numeri riguardo mondo del lavoro, presagiscono un futuro difficoltoso: "Le stime vanno da 500mila e un milioni di posti in meno, anche se io sono ottimista sull'effetto del Pnrr" afferma Durigon. "Ma è chiaro che se, in un momento come questo, si pensa di tornare a una norma punitiva come la legge Fornero, la Lega non ci sta".

 

 

Qual è la ricetta del sottosegretario per uscire dalla crisi? "Parto da quel che è successo nel mondo delle banche" inizia Durigon e prosegue "con i loro fondi hanno offerto scivoli anche di sei anni per assorbire gli esuberi e ristrutturare. Si può immaginare di creare fondi analoghi per alcune categorie penso a fondi bilaterali ad esempio nel commercio, e allargare il contratto di espansione ad aziende al di sotto dei 250 dipendenti". L'obiettivo è quello di "alleggerire il peso enorme che oggi grava sugli ammortizzatori sociali facendo accedere i lavoratori più anziani, attraverso scivoli, alla pensione anticipata. E intanto, soprattutto, far restare al lavoro i giovani e assumerne altri". 

Le soluzioni che il sottosegretario propone per il privato richiedono tuttavia anche un contributo da parte della aziende. "Sì, ma sostenibile" replica Durigon. "Lo Stato dovrà fare la sua parte e con norme semplificate. Una stima di due miliardi per estendere il contratto di espansione è plausibile e va messa a confronto con quel che spendiamo adesso di cassa integrazione. Non ci possiamo prendere in giro" dice il sottosegretario senza tanti giri di parole "prima o poi le aziende dovranno tornare ad avere la possibilità di licenziare, per ristrutturarsi. Ed è fondamentale alleggerire il monte di chi andrà a ricadere sugli ammortizzatori sociali. Una parte la faranno le politiche attive, un'altra la devono fare strumenti collegati alle pensioni".

 

 

Sullo scalone di fine anno, alla scadenza di Quota 100, Durigon sostiene che "Tutte le riforme prevedono uno scalone. Il problema sorge se manca la volontà politica di sanare eventuali situazioni con norme transitorie. Ma bisogna anche guardare i veri numeri di Quota 100. Le domande presentate in totale finora sono state circa 400mila. Se anche Quota 100 proseguisse per un altro anno, la platea residua non sarebbe così ampia e il maggior costo sarebbe nell’ordine dei 400 milioni". E sul ruolo dell'Inps: "È importante che recuperi i ritardi. Non solo le 50mila domande di Quota 100 ancora pendenti, ma soprattutto ci sono attese di mesi per la cassa integrazione. Questo non deve più accadere" conclude il sottosegretario all'Economia.

 

 

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