Monia Bortolotti assolta. La donna era accusata di aver ucciso i suoi due bambini neonati, Alice e Mattia, di rispettivamente 4 e 2 mesi. La Corte d'Assise di Bergamo ha ritenuto nel caso della morte di Alice che "il fatto non sussiste" mentre, nel caso di Mattia, la Corte ha riconosciuto la donna "non punibile" per lo "stato di totale incapacità di intendere e volere al momento del fatto". Per la donna, è stata comunque disposta la "misura di sicurezza di 10 anni in una Rems".
Una decisione arrivata dopo che la pm Maria Esposito aveva chiesto, per la 29enne di origini indiane ma cresciuta in Val Seriana, l'ergastolo e sei mesi di isolamento diurno sulla base delle indagini dei carabinieri della Sezione operativa della compagnia di Bergamo e delle consulenze dei medici. L'avvocato di Bortolotti, Luca Bosisio, aveva invece chiesto per lei l'assoluzione per entrambe le morti o il proscioglimento per vizio di mente. L'imputata, che era stata arrestata a novembre 2023 e che già dall'estate del 2024 è stata trasferita dal carcere alla Rems di Castiglione delle Stiviere (Mantova), come sempre, non era in tribunale. E, come lei, i familiari, che non si sono costituiti parti civili: il compagno e padre dei bambini. Cristian Zorzi, e i nonni.
Orrore a Trieste, madre uccide il figlio di 9 anni tagliandogli la gola
Orrore a Trieste, dove una donna ha ucciso il figlio di nove anni tagliandogli la gola. È accaduto nella sera di ...I piccoli Alice e Mattia Zorzi morirono il 15 novembre 2021 e il 25 ottobre 2022. In entrambi i casi, nell'appartamento di Pedrengo dove Bortolotti era andata a vivere, da Gazzaniga, con il compagno 25 anni più grande di lei, c'era soltanto lei. La tesi della Procura è che l'imputata abbia soffocato entrambi i figlioletti perché non reggeva al loro pianto. Lei ha sempre negato. Su Mattia, che poche settimane dopo la nascita era stato portato dai genitori all'ospedale Papa Giovanni XXIII perché cianotico e che lì era stato ricoverato un mese, fu subito disposta l'autopsia, anche alla luce del tragico precedente della sorellina. Il medico legale concluse che morì per un’insufficienza respiratoria acuta da asfissia meccanica. Per l'accusa, la madre lo strinse a sé fino a farlo soffocare. Fu dunque riesumata la salma di Alice, ma dal suo corpicino, in pessimo stato di conservazione, i medici non riuscirono a trovare risposte certe. Da lì la decisione di assolvere la madre "perché il fatto non sussiste".




