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Rispunta la norma anti-Veronica. Firma pure Scilipoti

Veronica Lario

Depositata al Senato la norma sul "patto di famiglia". Per le opposizioni è un comma per far fuori la Lario dalla linea ereditaria

Andrea Tempestini
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  Quando spuntò nell'ultima bozza del decreto Sviluppo firmato da Corrado Passera, l'opposizione la bollò come la norma anti-Veronica (Lario). Il codicillo, fatto cancellare da Giorgio Napolitano, prevedeva nuove disposizioni sul "patto di famiglia". Secondo le opposizioni, con il comma, Silvio Berlusconi mirava ad escludere dalla spartizione del suo impero Veronica Lario (e fino a quando non ci sarà la sentenza di divorzio, anche l'ex moglie parteciperebbe alla spartizione, che il Cav invece vuole limitare ai cinque figli nati nei due matrimoni: Barbara, Eleonora, Luigi e Piersilvio e Marina). La norma - Il patto di famiglia all'italiana prevede che debbano partecipare alla spartizione anche il coniuge e tutti coloro che sarebbero legittimari a farlo nel momento in cui si apre la successione. Per farla semplice, basterebbe che il coniuge o uno dei figli non si presentasse dal notaio per far saltare il patto. E oggi, per modificare quella norma, torna alla carica Giuseppe Francesco Maria Marinello, del Pdl, che ha depositato un disegno di legge che non prevede l'obbligo di partecipazione di tutti gli ereditieri. C'è pure Scilipoti - Marinello da tempo lotta per inserire questa norma. Si tratta di un modo per dare pieni poteri agli imprenditori sulla scelta di chi dovrà ereditare l'azienda, liquidando gli altri eredi con una somma di denaro. Il Parlamento, però, lo accusa di aver presentato una legge al persona. Al fianco di Marinello si schiera anche Domenico Scilipoti, che ha controfirmato la proposta presentata al Senato.    

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