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Prodi sentito come testimone sulla scorta a Biagi

Lucia Esposito
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"Ho semplicemente risposto negativamente al fatto che sapessi di problemi speciali riguardo alla sua sicurezza". Così Romano Prodi ha risposto ai cronisti che gli chiedevano sull'audizione di questa mattina in Procura a Bologna nell'ambito della nuova inchiesta sulla mancata scorta a Marco Biagi, ucciso dalle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo 2002, sotto la sua abitazione nel centro del capoluogo emiliano. L'ex premier, sentito come persona informata sui fatti, ai tempi dell'agguato mortale al giuslavorista era presidente della Commissione europea. "Mi hanno chiesto - ha spiegato Prodi - della collaborazione e dei miei rapporti con Biagi e se mi avesse parlato di problemi. Io ho risposto di no: non era mai venuto fuori l'argomento. Tutto qua, purtroppo non è che abbia potuto aiutare più di tanto".  Prodi ha poi spiegato di "non avere elementi per dare un giudizio politico". Sulla vicenda che portò a non assegnare la protezione al consulente del governo poi ucciso dalle Br. "C'è sempre l'auspicio - ha concluso l'ex presidente del consiglio riferendosi al lavoro della magistratura bolognese - che un'inchiesta riesca a raggiungere gli obiettivi che si pone", 

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